sabato 2 maggio 2015

Un vulcanico autore per uno dei romanzi più originali di sempre

LA VITA, ISTRUZIONI PER L'USO
GEORGES PEREC - 1978
Recensione





 “Si può guardare il pezzo di un puzzle per tre giorni di seguito credendo di sapere tutto della sua configurazione e del suo colore, senza aver fatto il minimo passo avanti: conta solo la possibilità di collegare quel pezzo ad altri pezzi”. 
È proprio dalla descrizione minuziosa dell’arte di comporre puzzle che Perec proietta il lettore in quello che è probabilmente uno dei romanzi più ricchi e complessi dal punto di vista narrativo e descrittivo. L’autore immagina di sezionare un edificio a Parigi (situato in un’immaginaria Rue Simon-Crubellier al numero 11) per narrare le vicende e le storie dei suoi inquilini. Lo schema narrativo è incredibilmente ingegnoso: 10 stanze per 10 piani che vengono “toccate” seguendo uno schema a L, che prende spunto dal movimento del cavallo nel gioco degli scacchi. In questo modo si entra pienamente nelle vite di tutti i numerosi personaggi introdotti durante questo percorso immaginario tra le mura dello stabile. Praticamente infiniti sono gli intrighi, le relazioni, gli aneddoti raccontati; ogni personaggio rappresenta una storia a sé che riempirebbe a sua volta pagine di un altro romanzo che nulla avrebbe a che fare con questo. Al tutto si aggiunge uno stile di scrittura limpido, a tratti esilarante, con una dovizia di particolari descrittivi maniacale di cui Perec è stato indubbiamente maestro. Ogni personaggio dunque, con la sua storia, è un piccolo tassello che va a comporre un meraviglioso e intricato puzzle. Italo Calvino lo definì un iper-romanzo nonché “l’ultimo vero avvenimento nella storia del romanzo”.

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