giovedì 16 aprile 2015

Non siamo destinati a salvare il mondo, ma ad abbandonarlo

INTERSTELLAR
Recensione




In un futuro non precisato - probabilmente il 2060 - il destino dell’intera umanità è seriamente compromesso dai profondi mutamenti climatici che hanno colpito il Pianeta Terra. Cooper (McConaughey) è un ingegnere ed ex pilota della NASA che vive con la sua famiglia in una fattoria coltivando mais, l’unica risorsa agricola che ancora resiste alle avversità naturali.

Nella stanza da letto di sua figlia si verificano fenomeni paranormali che, grazie a un’intuizione, vengono decodificati tramite il codice binario e portano Cooper e la figlia a trovare una base segreta della NASA. È qui che il professor Brand (Caine) sta conducendo degli studi: la Terra è al collasso ma, grazie all’esistenza di un warmhole apertosi nelle vicinanze di Saturno, è possibile andare in altre galassie per trovare un pianeta che possa dare ospitalità all’umanità. Cooper viene quindi invitato a partire per questo viaggio interstellare insieme a un team di 3 astronauti, tra cui la bella Amelia (Hathaway), in cui molteplici incognite sono presenti, tra cui anche le poche probabilità di ritorno sulla Terra.

È impossibile non fare paragoni con 2001: Odissea Nello Spazio e non sentire le influenze che abbia avuto su questa pellicola. Eppure Nolan ne prende le distanze con la sua (in)consueta abilità nell’alterare il percorso narrativo e la percezione del racconto. Il risultato è un film in cui lo spettatore si trova immerso in un viaggio tra galassie, buchi neri e warmhole attraverso effetti speciali di spettacolare impatto visivo. Ad alimentare ulteriormente l’intera storia si aggiungono i temi della famiglia e dell’amore che è al di sopra di qualsiasi percezione spazio-temporale immaginabile.

Nonostante tali premesse, il film non convince pienamente. La prima parte è ben articolata e narrata, dando ottime premesse per il successivo sviluppo. Ma nella seconda parte si richiede allo spettatore uno sforzo (anche di immaginazione) piuttosto eccessivo. La narrazione sembra avere dei salti non facili da colmare, con un fatalismo sempre più imperante nei dialoghi tra i protagonisti. Restano, senza ombra di dubbio, la spettacolarità delle sequenze spaziali -  per le quali il fisico Kip Thorne ha fornito la consulenza scientifica - , destinate a entrare nella storia del cinema così come il cast impeccabile, con un McConaughey in splendida forma.

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