
Tutta l’atmosfera in questo romanzo è autobiografica. Dall’ambientazione proletaria della Latina degli anni Sessanta e Settanta, fino agli scontri tra fascisti e comunisti. Molto facile per i lettori, soprattutto se adolescenti, sarà la simpatia per Accio: sbruffone in realtà impacciato e incazzato, che cerca un’identità in ideali che non gli appartengono e intanto, di fianco, gli passa la Storia che si porta via gli ideali e lascia dolori e ferite. Lo stile di scrittura è piacevolmente anticonvenzionale e coinvolgente; riesce a raccontare senza fronzoli più di dieci anni di storia italiana vista con gli occhi quasi inconsapevoli di questo “pischello” alla tormentata ricerca del suo destino. Insomma, questo libro andrebbe letto per capire come gli anni Sessanta e Settanta non fossero bellissimi come spesso si dice e non c’erano soltanto i capelloni.
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