martedì 14 aprile 2015

Una cronaca generazionale raccontata con il cuore in gola

IL FASCIOCOMUNISTA
Recensione






 Il Fasciocomunista è un romanzo di Antonio Pennacchi pubblicato nel 2003 e racconta, come indica il sottotitolo, la vita scriteriata di Accio Benassi, un ragazzo scapestrato incapace di decidere con la propria testa. Siamo nei primi anni Sessanta e Accio, deciso a non frequentare più il seminario, sentendosi oppresso dai genitori che gli preferiscono il fratello maggiore Manrico (comunista), decide di entrare nell' M.S.I grazie anche all’influenza dello zio fascistoide. Dopo una serie di eventi, il protagonista lascia l’estrema destra per l’estrema sinistra in un susseguirsi di vicissitudini fino ad un finale straziante, carico di malinconia, ma pieno anche di speranza. 
Tutta l’atmosfera in questo romanzo è autobiografica. Dall’ambientazione proletaria della Latina degli anni Sessanta e Settanta, fino agli scontri tra fascisti e comunisti. Molto facile per i lettori, soprattutto se adolescenti, sarà la simpatia per Accio: sbruffone in realtà impacciato e incazzato, che cerca un’identità in ideali che non gli appartengono e intanto, di fianco, gli passa la Storia che si porta via gli ideali e lascia dolori e ferite. Lo stile di scrittura è piacevolmente anticonvenzionale e coinvolgente; riesce a raccontare senza fronzoli più di dieci anni di storia italiana vista con gli occhi quasi inconsapevoli di questo “pischello” alla tormentata ricerca del suo destino. Insomma, questo libro andrebbe letto per capire come gli anni Sessanta e Settanta non fossero bellissimi come spesso si dice e non c’erano soltanto i capelloni.

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